ARCHIVIO CATTANEO

Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all'E42

Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all'E42 Nel gennaio del 1937 Benito Mussolini incarica Pagano, Piacentini, Rossi e Vietti di organizzare il piano regolatore per l'esposizione universale di Roma del 1942 - E42 - con il compito di pianificare l'edificazione di un nuovo quartiere alla periferia della città, fulcro del futuro sviluppo urbanistico dell'Urbe. Il 20 giugno 1937 viene pubblicato il bando di concorso per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi al quale partecipano 41 concorrenti.
Cattaneo, Lingeri e Terragni consegneranno 15 tavole il 15 ottobre dello stesso anno. La pianta del palazzo è un grande rettangolo aureo; nel gioco delle proporzioni sono coinvolte anche il piazzale antistante e le rampe. "La sostanza profonda del classico, quella che individua la nostra tradizione plastica e la sua continuità spirituale, e perciò deve legittimamente entrare anche nelle moderne architetture, è, al di fuori di ogni formalismo, nel sapere costantemente organizzare gli spazi e gli elementi espressivi in una disciplina geometrica elementare, che seguendo le leggi matematiche sopravvive alla rovina della materia". (estratto dalla Relazione al concorso di 1° grado).
Cattaneo, Lingeri e Terragni nei due progetti (1° e 2° grado) rispondono alle istanze di monumentalità espresse dal regime con un volume di una semplicità, purezza, compattezza ed omogeneità elementari, puntando su una forma elementare di straordinaria efficacia. L'elementarismo come una delle chiavi della compatibilità tra classicismo mediterraneo e modernità.
"... l'articolazione del volume di fonda su una formula tettonica ben definita: la pilastrata .... all'italiana ... Si tratta di una griglia regolare di pilastri e travi che, da un lato, assume il carattere strutturale del telaio in cemento armato o in acciaio, e in ciò consiste il suo tasso di modernità; dall'altro però .... è prospettata come nuova edizione del sistema trabeato, elemento caratterizzante del classicismo mediterraneo.... La pilastrata ... al gruppo comasco appare suscettibile di essere strategicamente sviluppata e originalmente rielaborata per rispondere anche alle esigenze dell'autarchia". (S.Poretti - T.Iori, "I progetti romani e l'autarchia", in: Pietro Lingeri 1864-1968, 2005).
Il concorso di II grado viene espletato tra il novembre 1937 e il febbraio 1938. Proprio l'argomento della pilastrata è oggetto delle principali modifiche nel progetto di II grado: due modifiche efficaci per aumentare vistosamente il "grado autarchico" dell'edificio. Si rinuncia alle grandi luci di circa 10 metri della maglia strutturale per adottare il ritmo alternato "abab" (con il valore di a pari alla metà di b) per evitare che le luci superino i 6 metri. "Ma la vera trovata ... su cui il gruppo insiste ... viene dallo sviluppo della soluzione del pilastro binato. La scomposizione di ciascuno dei pilastri in due elementi .... viene adesso portata avanti arrivando ad ipotizzare due pilastri di materiali diversi, staccati: un monolite di granito .... e, distanziato di appena 10 centimetri, un pilastrino di cemento poco armato... Si tratta ... di una strategica combinazione tra sistema architravato e sistema intelaiato". (S.Poretti - T.Iori, opera citata).
Per il gruppo comasco le esigenze autarchiche devono dunque essere occasione di sperimentazione e non di ritorno alla tradizione: il cemento debolmente armato e non la costruzione muraria tradizionale. Ma ciò che manca alla proposta di Cattaneo, Lingeri e Terragni è l'intento di celebrare in modo grandioso il legame tra fascismo e romanità: il nuovo stile littorio imposto dal regime si scontra inevitabilmente con l'ennesima proposta per una moderna architettura di Stato, determinando l'insuccesso del gruppo comasco e, per usare le parole di Pagano, un ennesimo esempio di Occasioni perdute.


Bibliografia:

E. Mantero, Giuseppe Terragni e la città del razionalismo italiano, Dedalo Editore, Bari 1969, pp. 108; 117-118; 121; 136; 144; 146-148; 150; 172; 175; 188.

S. Danesi, Cesare Cattaneo. Neoplatonismo nell'architettura razionale del gruppo di Como, in "Lotus", n. 16, settembre 1977, pp. 89-121.

L. Zuccoli, Ricordo dell'arch. Cesare Cattaneo, in Quindici anni di vita e di lavoro con l'amico e maestro Giuseppe Terragni, Editrice Cesare Nani, Como 1981, pp. 57-59.

R. Fiocchetto, Cesare Cattaneo 1912-1943. La seconda generazione del razionalismo,Officina Edizioni, Roma 1987.

S. Danesi, Occasioni perdute: gli architetti lombardi all'E42, in E. Guidoni (a cura di), E42. Utopia e scenario del regime, catalogo della mostra, vol I, «Urbanistica, architettura, arte e decorazione», Venezia 1987, pp. 101-116.

AA.VV., Cesare Cattaneo architetto. Le prefigurazioni plastiche, catalogo della mostra, New Press, Como 1989.

AA.VV., Cesare Cattaneo. First Monograph,Wiederhall 6/8

AA.VV., Annés 30. L'architecture et les arts de l'espace entre industrie et nostalgie, catalogo della mostra, Éditions du patrimoine, Paris 1997, p. 137.

B. Zevi, Cesare Cattaneo 1912-1943, Archivio Cattaneo Editore, Cernobbio 2007.

A. Muntoni (a cura di), Cesare Cattaneo e i Littoriali della Cultura e dell'Arte 1934 e 1935, Archivio Cattaneo Editore, Cernobbio 2008.

C. Cattaneo, Scritti di Architettura, vol. I e vol. II,Archivio Cattaneo Editore, Cernobbio 2010.

A. Muntoni, L'altra EUR, una città moderna. Il progetto di C. Cattaneo, P. Lingeri e G. Terragni per il palazzo dei Ricevimenti e dei congressi [1937-1938], in A. Muntoni, Roma tra le due guerre 1919-1944: architettura, modelli urbani, linguaggi della modernità, Edizioni Kappa, Roma 2010, pp. 159-192.

M. Di Salvo, Io. Il bigino di Cesare Cattaneo, Archivio Cattaneo Editore, Cernobbio 2015.