UNIONE FASCISTA DEI LAVORATORI DELL'INDUSTRIA, 1938


La realizzazione fa seguito a un concorso, indetto nel 1938, per la nuova sede degli uffici direttivi, legali e amministrativi dell'Unione dei Lavoratori e delle varie corporazioni comprendendo anche una sala riunioni capace di 500 persone, l'ufficio di collocamento e della cassa Mutua con servizi di assistenza medico-sanitaria. Il progetto, denominato

«Sant'Elia 5», vincitore del concorso di I grado si caratterizzava per una volumetria asim- metrica in cui un corpo verticale era accostato a un corpo basso ad andamento orizzon- tale. Il progetto dal motto «Rodari 3», vincitore del concorso di II grado, simmetrizzava invece i volumi mediante quattro corpi verticali collocati agli angoli per accogliere i diversi servizi, separandoli nettamente e razionalizzando la distribuzione complessiva.

Nella realizzazione i progettisti opteranno poi per due blocchi paralleli alti 5 piani col- legati da un corpo più basso arretrato e porticato. Una gabbia strutturale in cemento armato di m 3 x 3 individua la soluzione costruttiva obbligata dalle restrizioni autarchi- che dell'epoca: soluzione che i progettisti seppero tuttavia sfruttare vivacizzandone la regolarità, variando i ritmi dei pilastri, con alternanze di pieni e vuoti e con un attento studio del disegno delle finestre. Il sito previsto è il terreno sul retro della Casa del Fascio di Giuseppe Terragni: presenza esplicamente evocata nei disegni prospettici allegati ai concorsi e a cui gli architetti idealmente si rapportano nell'intento di costruire in questa parte di Como un lugo privilegiato della modernità. Le modifiche che l'edificio ha subito nel corso del tempo hanno tuttavia in parte vanificato tali presupposti.

Da: Cesare Catteneo architetto. Le prefigurazioni plastiche, di Ornella Selvafolta (1989)


Questa costruzione ortogonale, trabeata, organizzata su una griglia palladiana ABA- BABABA in una direzione e su una griglia modulare regolare, ma parzialmente sinco- pata, nell'altra, è, sotto molti aspetti, la più brillante soluzione dei temi compositivi e tipologici affrontati dai razionalisti di Como, tanto che si può addirittura sostenere che essa rappresenti una delle maggiori fonti di ispirazione della cosiddetta «architettura autonoma» prodotta durante gli ultimi dieci anni dalla «Tendenza» italiana.

Da: Storia dell'architettura moderna, Kenneth Frampton (1982)