ASILO GARBAGNATI - Lo spazio armonico e la fontana di Camerlata

17.05.2025

INAUGURAZIONE MOSTRA sabato 17 maggio ore 15:00


La seconda mostra nello spazio dell'Asilo Garbagnati ha come protagonista la Fontana di Camerlata, realizzata da Cesare Cattaneo e Mario Radice nel novembre del 1935.

Un modello in scala al vero della fontana venne eretto provvisoriamente nel 1936 al Parco Sempione di Milano in occasione della VI Triennale. Durante l'esposizione, la fontana suscitò molto interesse nel pubblico, in Italia e fuori d'Italia, e il consenso attorno all'opera ebbe riscontro in numerose pubblicazioni. Andata distrutta, essa venne finalmente ricostruita, tra svariate opposizioni e rarissimi consensi, all'inizio degli anni '60 nel Piazzale di Camerlata, cui era destinata, grazie anche al finanziamento del padre di Cesare Cattaneo e sotto la supervisione di Mario Radice. 


Tratto da Su la Fontana di Camerlata a Como, di Carlo Bassi

Nella densità di temi e di progetti che segnano la vita di Cesare Cattaneo, un'opera, a mio avviso, ha una rilevanza che non ha avuto le attenzioni che meritava, è la Fontana della Camerlata a Como in piazzale Corsica. Quest'opera, mi è già capitato di affermarlo, rappresenta, per la complessità di considerazioni che suscita, quasi un autoritratto, un profilo di identità, un rispecchiamento di Lui, di Cesare Cattaneo e dei problemi che è stato destinato a rappresentare nella società in quegli anni. [...] La descrizione dell'opera in quel testo è di una modestia disarmante, nessuna enfasi, nessuna accentuazione dei significati che la connotano se non come "segnale verticale" al centro del piazzale, un esercizio di equilibrio precario. Passa quasi in secondo piano la sua matrice nei rapporti armonici che ne reggono il disegno e le proporzioni. Cerchi e sfere infatti fanno riferimento nelle loro dimensioni al numero d'oro, la scoperta che Cattaneo compie in quegli anni e che da allora sottende tutta la produzione architettonica sua e degli altri due Maestri. 7 In realtà la Fontana rappresenta la invenzione di un oggetto a forte intensità poetica, un oggetto "unico e indimenticabile" come lo avrebbe definito Christian Norberg-Schulz, che la città di Como ha il privilegio grande di possedere forse senza averne piena coscienza.

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