ARCHIVIO CATTANEO
Nel secolo scorso, lo studioso rumeno Mircea Eliade ha chiamato sacra quella dimensione permanente nella coscienza umana, grazie alla quale l'uomo separa gesti e cose dal fluido contesto della vita per farne condizioni o tramiti del suo rapporto con la realtà divina, un rapporto che supera il dato fenomenico e transitorio dell'esperienza sensibile ma che si esprime in questo; un rapporto, inoltre, nel quale tale realtà si fa percepibile, tramite ierofania, nel dato fenomenico. L'uomo trova in questo modo un ancoraggio, un punto di riferimento stabile, un senso al proprio esistere, là dove tocca concretamente ciò che percepisce come fondamento del reale, come realtà per eccellenza che si comunica in segni.
Più recentemente Julien Ries, mantenendosi nella scia del percorso tracciato dall'illustre predecessore, ha precisato che il fenomeno religioso è primordiale all'interno di ogni cultura e di ogni civiltà, poiché sempre l'uomo ha vissuto e vive l'esperienza fondamentale dell'incontro con il divino nella propria vita.
Tale accento primigenio, irriducibile e sempre presente nell'uomo, sia pure con intensità non sempre identica, ha assunto attualità forse non del tutto prevedibile negli ultimi decenni, nel campo dell'arte e dell'architettura occidentali, una attualità che fa emergere, insieme all'evidenza del rinnovarsi di una domanda di destino di salvezza da parte dell'uomo, il suo bisogno di simboli di presagio, segni caratterizzati da una riconoscibilità corale, veicolo di riscatto da solipsismo, disperazione, paura del futuro.
Talvolta le riflessioni sul rapporto tra sacro e arte, tra sacro e produzione di immagini, tra architettura e sacro, o tra architettura e liturgia in contesto cristiano, sono divenute oggetto di approfondite indagini, dando luogo a contributi teorici e di documentazione storica di grande valore. Tuttavia, più in generale, l'attuale rinnovamento di interesse per il sacro dà luogo spesso ad ambiguità e a incertezze sul suo significato. Non si precisa, ad esempio, la stretta inerenza del sacro al contesto di vite vissute comunitariamente, nelle quali l'esperienza religiosa si sviluppa in sentimento comune. Oppure ci si accontenta di una sacralità soggettivamente intesa che produce pseudo-simboli. Il tema del sacro è certamente vasto e complesso; presente da sempre nell'arte e nella architettura, esso provoca oggi, in questi campi dell'attività umana, il risveglio diffuso di interrogativi di radicali, religiosi ma non solo, facendo esplodere domande sul rapporto tra senso dell'esistenza, degli uomini e del mondo sensibile, e loro 'espressività' nelle forme artistiche e nel progetto d'architettura. Torna anche a diffondersi l'attenzione per la magia e per l'esoterismo.
Il Quaderno dell'Archivio Cattaneo che ora si presenta offre una lettura a più voci della attiva presenza del sacro nel pensiero e nelle opere di Cesare Cattaneo, artista ma soprattutto architetto di talento di indiscutibile evidenza, nonostante il breve percorso di vita e attività che il destino gli ha assegnato. Gli autori dei saggi dando per scontata, nei lettori, una certa conoscenza, non solo della sua personalità e della sua produzione, ma anche delle problematiche del sacro tornato, si potrebbe dire, d'attualità. Costruiscono le loro riflessioni quasi registrando un incontro diretto, personale, con il giovane architetto e artista comasco, favoriti dai suoi molti e suggestivi scritti, dalla qualità delle sue opere pittoriche e d'architettura, dalla notorietà del contesto culturale comasco e lariano, ricco di esiti esemplari per meditata modernità artistica e architettonica nella prima metà del XX secolo.
Nel quadro dei contributi non poteva mancare una sia pur breve registrazione della produzione di opere cultuali e memoriali, a lui coeve, nel suo territorio. Sullo sfondo di un contesto cattolico vivace ma non consapevole dell'importanza dell'arte per la vita quotidiana e per la liturgia, e di un contesto civile e politico bisognoso di simboli, tragicamente distorti dalle tragedie delle guerre mondiali e del fascismo, Cattaneo emerge come uomo sempre intento a legare attività e pensiero, sentimento e ragione, razionalità e lirismo. Il suo senso del sacro è ricco, complesso, profondamente innestato nelle procedure professionali oltre che nei gesti del vivere quotidiano, in un equilibrio tra spiritualità e amore per la materia di rara semplicità. Il Quaderno non ne esaurisce l'indagine, apre piuttosto ad una riflessione sull'architettura moderna in piste ancora troppo poco frequentate.
Maria Antonietta Crippa