ARCHIVIO CATTANEO

Quando questo libro venne pubblicato per la prima volta, nel giugno del 1942, il suo autore era scomparso da quasi due anni. Giovanni Antonio Colonna duca di Cesarò si era infatti spento a Roma il 7 novembre 1940 all'età di sessantadue anni, dopo aver condotto un'esistenza intensa e per certi versi avventurosa. Esponente del ramo siciliano di una delle più rilevanti casate nobiliari italiane, figlio del duca Calogero Gabriele, diplomatico e parlamentare, e di Emmelina Sonnino, sorella del barone Sidney Sonnino, per due volte Presidente del Consiglio del Regno d'Italia nel primo decennio del Novecento, Colonna di Cesarò può essere considerato uno degli ultimi rappresentanti di quell'élite di ascendenza risorgimentale che combinava inestricabilmente liberalismo ed esoterismo. Figura di spicco della Gran Loggia d'Italia, socio per alcuni anni della Società Teosofica e in seguito di quella Antroposofica, profondo ammiratore di Rudolf Steiner, delle cui opere peraltro la madre era la traduttrice italiana, il duca, come veniva chiamato in modo unanime da amici e nemici, fu interventista nel 1914 e, non diversamente da Benedetto Croce, tutt'altro che ostile al fascismo nel 1919. Per due volte, e in entrambe per brevi periodi, fu anche Ministro delle Poste - la seconda volta nel primo governo Mussolini -, ruolo nel quale si segnalò quasi solo per aver incaricato Giacomo Balla della realizzazione di un francobollo oggi rarissimo. Nel 1924 fu però tra i primi parlamentari ad aderire alla Secessione dell'Aventino, e da allora il suo antifascismo si fece sempre più netto e temerario. Forse così temerario da spingerlo a progettare il primo tentativo d'assassinio di Mussolini.

Il 7 aprile 1926, sulla scalinata del Campidoglio, Violet Gibson sparò al Duce colpendolo solo di striscio. Interrogata dagli inquirenti, l'attentatrice, nitidamente afflitta da patologie psichiche, dichiarò di essere stata munita di una pistola e indotta a fare fuoco contro Mussolini dal duca. La Gibson era una nobildonna inglese di fede teosofica e idee liberali che abitava nello stesso palazzo di via Gregoriana in cui si trovava l'appartamento di Colonna di Cesarò. Eppure la polizia, dopo un'indagine stranamente approssimativa, non diede seguito alle accuse, e si limitò ad accentuare la sorveglianza alla quale il duca era già sottoposto per il suo esibito antifascismo. Il caso Gibson rimane tuttora uno degli episodi più misteriosi e sconcertanti della storia d'Italia tra le due guerre.

A partire dalla metà degli anni Venti, Colonna di Cesarò si trasformò in uno studioso a tempo pieno delle tradizioni iniziatiche. Collaborò con le riviste dirette dal barone nero Julius Evola, scrisse testi sugli aspetti più reconditi delle origini di Roma, tradusse saggi impregnati di suggestioni esoteriche tra i quali risalta un aureo libretto allora pressoché sconosciuto in Italia, ma già ampiamente mitizzato nel resto d'Europa, dato alle stampe nel settembre del 1940 con il frontespizio che reca quasi di filato i termini KANDINSKY - DELLA SPIRITUALITÀ NELL'ARTE PARTICOLARMENTE NELLA PITTURA - PRIMA TRADUZIONE ITALIANA DI G. A. COLONNA DI CESARÒ.

Aritmosofia: i numeri è uno dei due scritti del duca pubblicati dopo la sua scomparsa. L'altro, uscito da Guanda nel maggio del 1941, s'intitola Saggio sull'interpretazione del Vangelo di Luca e forse va letto in una prospettiva speculare con il libro uscito l'anno successivo. Entrambi i volumi sono dei trattati di scienza dello spirito, cioè di quella disciplina di conio teosofico, ma di elaborazione soprattutto steineriana, che contamina reciprocamente la dimensione scientifica con quella mistica. Il Saggio ridelinea in chiave scientifica - o forse meglio parascientifica - il profilo spirituale di Cristo, inteso soprattutto come grande iniziato alla Schuré. Aritmosofia va in cerca del substrato spirituale delle scienze dei numeri.

Con l'eccezione di quelli d'argomento politico, gli scritti di Colonna di Cesarò hanno un carattere divulgativo, ma in un'accezione peculiare del termine. Il vulgus al quale si rivolgono è la koinè esoterica italiana degli anni Trenta, una comunità ripartita in centinaia di associazioni occultiste, logge massoniche clandestine, gruppi di ricerca spirituale controllati svogliatamente dalla polizia del regime, e da decine di migliaia di normali individui che acquistavano con impressionante regolarità i volumi pubblicati da Laterza nella collana Studi religiosi, iniziatici ed esoterici - la vena d'oro della casa editrice - e da Guanda nella Collezione Problemi d'Oggi, della quale fa parte anche il Saggio sull'interpretazione del Vangelo di Luca.

Aritmosofia: i numeri è forse il testo più rigoroso tra quelli scritti dal duca, e a tratti è pervaso da una sorta di erudito entusiasmo, ma è pur sempre un manuale riassuntivo di teorie che all'epoca destavano un grande interesse anche al di fuori degli ambienti iniziatici: per esempio nel mondo dell'arte d'avanguardia e dell'architettura che, soprattutto in Italia, coltivava il sogno di ricondurre la complessità del reale a una rappresentazione ordinata, ma non opprimente, imperniata sul potenziale armonico dei numeri.

Aritmosofia sorprende per la capacità di reperire e connettere fonti teoriche di levatura europea: impresa quanto mai ardua per un ricercatore italiano in anni di ufficiale autarchia culturale, quali sono stati gli ultimi Trenta. Tralasciando Papus e la Blavatsky, cascami di un esoterismo già un po' troppo ottocentesco, Colonna di Cesarò si richiama a studiosi che, in maniera tanto sommersa quanto feconda, hanno inciso sulla cultura della prima metà del Novecento come René Guenon, Matila C. Ghyka e Pëtr D. Uspensky, il filosofo russo le cui tesi hanno avuto un ruolo non secondario nell'elaborazione del suprematismo di Kazimir Malevič. Il duca inoltre fa spesso riferimento ad articoli pubblicati negli Eranos Jahrbuch, gli annali dei Colloqui di Eranos, cioè dei convegni che, a partire dal 1933, si svolgevano ad Ascona, in Canton Ticino, sotto l'egida intellettuale di Carl G. Jung, e che raccoglievano i più importanti studiosi internazionali di religioni: tra costoro anche Ernesto Buonaiuti, il teologo e sacerdote cattolico sospeso a divinis, e di fatto perseguitato dalle autorità vaticane, che partecipò ai Colloqui dal 1933 al 1941, e che, tramite la rivista "Religio", da lui fondata, e le relative Edizioni, pubblicò vari scritti di Colonna di Cesarò.

Nel 1942, mentre Aritmosofia veniva data alle stampe da un raffinato editore come Gino Carabba, l'Europa era un territorio dilaniato dalle truppe naziste e un concetto di cui ormai si era smarrita la consistenza: perciò bisognoso di una sofìa, di un sapere spiritualmente fondato, che si servisse dei numeri per ricalcolarne l'immensa portata.